L’afasia e i disturbi della comunicazione nell’anziano

L’afasia è l’incapacità di comprendere e di esprimersi mediante la parola orale o scritta a causa di alterazioni neurologiche alle aree del cervello che controllano il linguaggio. Gli altri casi in cui la comunicazione in entrata e/o in uscita è compromessa, come ad esempio per malattie psichiatriche, per stati emotivi o per interazioni farmacologiche, non fanno parte dell’afasia. 

I disturbi di comunicazione nell’anziano: la produzione del linguaggio

I disturbi della comunicazione nell’anziano a livello di output, cioè di produzione della lingua, includono la disartria, ovvero la difficoltà nell’articolazione delle parole; la disfonia, cioè la compromissione della voce nelle sue qualità (timbro, volume, etc.); e l’aprassia orale, la scarsa o assente capacità di pianificare i movimenti volontari delle strutture orali, finalizzate a uno scambio comunicativo verbale.

I disturbi di comunicazione nell’anziano: la comprensione del linguaggio

I disturbi della comunicazione nell’anziano a livello di input riguardano la ricezione della lingua, ovvero la percezione, la comprensione e l’elaborazione dell’informazione. In questo caso, i disturbi che possono manifestarsi, tra gli altri, sono l’ipoacusia, ovvero la sordità, non necessariamente totale o bilaterale e lo stato cognitivo alterato dovuto a un ritardo mentale, a una patologia degenerativa (tumore, malattia autoimmune, ma soprattutto demenza) o a un trauma cranico.

Afasia: cosa è e tipologie

Come già detto all’inizio di questo articolo, l’afasia è l’incapacità di comunicare dovuta a danni neurologici. Molto spesso questo disturbo è connesso alla demenza, ovvero al decadimento cognitivo geriatrico. È possibile individuare tre tipi di afasia: afasia motoria, afasia sensoriale e afasia globale.

Afasia motoria

Nell’afasia motoria, il paziente comprende più di quanto produce, ottenendo perciò un linguaggio non fluente, cioè impoverito, privo di alcune parole sino ad una vera e propria produzione assente. In questi quadri (nei quali il danno neurologico più celebre è quello della regione di Broca) il paziente può nei casi più lievi avere semplici anomie, cioè perdita di alcuni lessemi, e nei casi più gravi arrivare a situazioni nelle quali non riesce a proferire nulla, pur comprendendo il linguaggio, con evidenti conseguenze di frustrazione, mortificazione, rabbia e depressione. 

Afasia sensoriale

Nell’afasia sensoriale, il paziente produce più di quanto comprende, ottenendo perciò un linguaggio “eccessivamente” fluente. In questi casi, a prescindere dalla gravità, si può capire come un output verbale conservato a fronte di un input linguistico impoverito abbia come conseguenze un eloquio anomalo. Quanto si produce, infatti, sarà apragmatico (privo di un senso logico interno della frase), spesso torrenziale, incontenibile (poiché non viene compreso l’eventuale messaggio dell’interlocutore di rallentare o tacere), all’apparenza “logorroico”. 

Il più grave rischio di questa afasia, nell’anziano, è confonderla con una demenza, della quale a sua volta potrebbe essere conseguenza. La difficile linea di confine tra l’afasia ed il linguaggio in una demenza consiste nella corretta percezione della realtà descritta: un paziente con demenza può raccontare di sé stesso, ad esempio, in modo del tutto disorientato nello spazio e nel tempo (riferendo a esempio di trovarsi nel passato e/o in un altro luogo da dove realmente è), ma con una fluenza ed una coerenza interna della frase impeccabile: si è di fronte ad un decadimento cognitivo dementigeno e non afasico.

Afasia globale

Nell’afagia glocale, il paziente non comprende e né produce, ottenendo perciò un linguaggio non fluente, anzi assente. Questi casi non vanno confusi con l’afasia motoria (nella quale si può apprezzare uno scambio comunicativo non linguistico ben più ricco, poiché la comprensione è – in parte o del tutto – conservata), e nemmeno con un’afasia mista nella quale sia la comprensione che la produzione sono in parte conservate, poiché si sospetta che le rispettive siano state compromesse da comorbilità di fattori diversi (es. afasia motoria + demenza di Alzheimer, afasia sensoriale + disartria ecc.).

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FONTI: Nutrire con Cura Dysphagia Research Academy
Editor: Giulia Macrì

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